Il prezzemolo è ricco di importanti nutrienti (flavonoidi, beta-carotene, vitamina A, vitamina K, vitamina C, vitamine del gruppo B tra cui acido folico, calcio, potassio, ferro),  tanto che Ohsawa, un antico saggio e filosofo giapponese, oltre ad elencare i principi dell’ordine dell’universo, si preoccupò di citare il prezzemolo: in uno dei suoi scritti affermò ”una ciotola di prezzemolo crudo tritato non dovrebbe mai mancare sulla nostra tavola.”

Omero racconta che gli Achei lo davano ai cavalli.

I Romani lo utilizzavano in cucina, ma principalmente per togliere i cattivi odori e come antidoto contro le intossicazioni.

Gli Etruschi consideravano il prezzemolo come una pianta magica lo utilizzavano nelle preparazioni farmaceutiche familiari, nei riti propiziatori ed era ingrediente principale di un unguento che “faceva miracoli. Scoprirono la potenzialità di lenire le punture di insetti.

I Greci non lo usavano nell’alimentazione, poiché lo ritenevano una pianta sacra, facevano ghirlande con cui ornarsi per i banchetti, lo intrecciavano nelle corone da offrire ai vincitori dei giochi dell’Istmo e vi decoravano le camere da letto.

Plinio ne cita le proprietà terapeutiche. Scribonio Largo nella sua opera “De compositione medicatorum” indica il prezzemolo come efficace rimedio per i calcoli renali.

La Pharmacopoeia Londinensis elenca il prezzemolo tra le radici per eccellenza in grado di coadiuvare la digestione.